Salve a tutti, amici!

Molte volte ci siamo chiesti noi umani quale sia il nostro fabbisogno energetico e di quante kcal avremmo bisogno per regolarci con la dieta per non sforare. Per questo c’è chi si reca da un medico nutrizionista per tenere d’occhio il suo metabolismo.

Negli ultimi anni, lo stesso si è cercato di fare con i cani e i gatti, membri ormai facenti parte della famiglia e che troppo spesso vengono viziati dai proprietari. 

Di quante kcal ha bisogno un cane per una dieta bilanciata?

In effetti anni fa, sono stati fatti moltissimi studi per rilevare e stabilire con precisione le necessità caloriche di ciascuna specie tramite l’utilizzo di carboidrati, grassi e proteine e come essi venivano consumati dall’organismo. 

I primi studi scientifici

Gli scienziati, tuttavia, capirono che il peso dell’animale non sarebbe bastato da solo a decifrare l’effettivo fabbisogno energetico del cane, che oltre a consumare energia tramite la dispersione di calore corporeo (termoregolazione), anche la digestione e le deiezioni svolgevano un ruolo fondamentale di dispendio energetico. Un’equazione molto famosa e ancora oggi utilizzata dagli studiosi è la cosiddetta equazione di Brody che permette di effettuare un primo calcolo base sulle effettive kcal di cui un animale ha bisogno senza che faccia movimenti, che sia a digiuno e in condizioni di termoneutralità: ecco come ha avuto origine il calcolo del metabolismo basale.

Q = 70,4 × P0,734

(Q) in questo caso rappresenta la spesa energetica giornaliera di base, moltiplicata a dei coefficienti da utilizzare insieme al peso corporeo (P).

Tuttavia questa formula è da considerarsi non del tutto veritiera, poiché è falsata da diversi limiti, come ad esempio la non naturale termoregolazione ( il cane vive dentro casa ad una temperatura costante), un minimo di attività fisica (di solito un cane medio che vive in casa si suppone che esca un minimo di due volte al giorno per fare i bisogni) ed infine la mancanza del digiuno (un cane durante il digiuno consuma calorie in primis per la digestione e poi per l’assorbimento ed espulsione).

JackRussell in attività

Fabbisogno energetico di mantenimento

Per questo al giorno d’oggi si fa maggiormente riferimento al calcolo del fabbisogno energetico di mantenimento, ovvero una formula che esprime l’energia consumata da un cane adulto, con attività fisica moderata e una condizione di termoneutralità.

Questo metodo è decisamente più attendibile e viene sempre calcolato in base al peso, ma vengono utilizzati vari coefficienti in base alle situazioni, razza e stile di vita tenuto dal cane stesso. 

La formula base prevede: 

62,2 × Peso dell’animale + 144,4

Si stima che il risultato sia circa il doppio di quello ottenuto dal calcolo per il metabolismo basale; in ogni caso è necessario sempre tenere presente i 3 fattori principali con cui il cane consuma energia, ovvero:

  1. Temperatura: con l’attività di termoregolazione, i cani riescono a tollerare più facilmente i cambiamenti climatici poiché sono in grado di disperdere calore o trattenerlo a seconda delle esigenze. In genere un cane sopporta meglio il freddo del caldo e la sua temperatura ottimale si aggira poco al di sotto di quella neutrale. Questo tipo di preferenza viene chiamata termopreferenziale ed è ricercata dall’animale sempre in modo diverso, in base alle condizioni in cui si trova, alla massa alimentare ingerita e allo spessore del tessuto adiposo sottocutaneo. Si stima che per un cane a pelo raso la temperatura ideale si aggira intorno ai 25°C, mentre per i cani a pelo lungo sui 14°C.
  2.  La digestione: l’alimentazione influisce notevolmente sul dispendio energetico del cane che parte dalla prensione e masticazione per poi finire con la digestione e l’assorbimento. Le prime due fasi non sono molto tenute in considerazione, proprio per la velocità (e talvolta assenza) con cui vengono eseguite. Le ultime due sono di fondamentale importanza, anche se non sembra, proprio perchè sono le attività più lente, che richiedono ore, per cui anche un maggior dispendio energetico.
  3. Temperamento: questo influenza a sua volta il movimento fatto da un animale nella sua naturalità e nel suo ambiente (reazioni a rumori, vista di cose e persone, gioco con i suoi simili e umani, ecc); questo è anche collegato alla razza del cane e al luogo in cui vive.

A questi tre fattori principali sono stati affiancati nel corso del tempo dei coefficienti da moltiplicare, che variano in base alla temperatura dell’ambiente dove vive l’animale, al suo temperamento (flemmatico, sedentario, attivo, iperattivo, ecc) e alla razza (razze nordiche, predisposizione all’obesità o al dimagrimento, ecc). 

Non serve dire che questo articolo non ha alcuna rilevanza ai fini medici e/o diagnostici e sicuramente non rappresenta uno spunto per creare una dieta fai-da-te (che io sconsiglio in ogni caso). L’articolo serve solo a scopo informativo. Rivolgetevi sempre ad uno specialista per creare una dieta sana e bilanciata in tutti i suoi nutrienti.

Libro consigliato: L’Alimentazione del cane e del gatto.

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