Salve a tutti, amici!
Purtroppo oggi avremo a che fare con una brutta, quanto comune patologia: il diabete mellito. Molti di voi già lo avranno sentito nominare in medicina umana e vi farà uno strano effetto sapere che anche i cani e i gatti possono soffrire di questa patologia che, come saprete, non ha una cura definitiva ma va gestita dal proprietario per tutta la vita del peloso.
Ma cos’è il diabete mellito e come possiamo curare un animale affetto da questa patologia?
Il diabete è una malattia del metabolismo derivante dalla carenza o assenza assoluta di produzione di insulina da parte del pancreas. L’insulina, a sua volta, è un ormone regolatore la cui funzione è proprio quella di tenere sotto controllo i valori di glucosio (zuccheri) nel sangue e, se non consumati dall’organismo, vengono trasformati in riserva lipidica (grassi).
Un animale diabetico non riesce a mantenere sotto controllo la glicemia che di conseguenza, aumenterà andando incontro a iperglicemia.
In genere vengono riconosciuti vari tipi di diabete:
- Tipo 1
- Tipo 2
- Da progesterone
- Da farmaci
Il diabete di tipo 1 viene diagnosticato nella maggioranza dei casi nel cane, il quale non riesce a produrre sufficiente insulina per contrastare gli zuccheri.
Nel gatto, prevale il diabete di tipo 2 che oltre a presentare la conseguenza sopra citata, si sviluppa una sorta di insulino-resistenza. A differenza del cane, il quale non si capisce con certezza quale sia la principale causa scatenante (tolti i fattori di rischio indotti come ad esempio la cattiva alimentazione), nel gatto è stato riscontrato che l’obesità e la sedentarietà sono fattori predisponenti, così come nel cane la presenza di patologie di natura endocrina (sindrome di Cushing o la pancreatite, ad esempio) già presenti, possono scatenare il diabete come conseguenza.
Per esempio, non è insolito che un cane, dopo essere guarito dalla pancreatite, sviluppi il diabete.
Per quanto riguarda i fattori di induzione, una cattiva e/o eccessiva alimentazione porta all’obesità, che è un fattore importante perché è causa, oltre che del diabete, di molte altre patologie.
Anche l’eccessivo utilizzo di cortisonici e progestinici possono scatenare il diabete mellito che, nel secondo caso, a volte può anche regredire senza trattamento a base di insulina. La forma progestinica è tipica delle cagne in fase di estro e diestro, dove si svilupperà un’iperglicemia che tornerà normale alla fine del calore. Questo fenomeno va riconosciuto in tempo e la cagna deve essere subito sterilizzata, poiché ogni volta che andrà in calore, svilupperà il diabete “temporaneo”. Questo, ciclo dopo ciclo, si aggraverà fino ad arrivare alla totale distruzione dei globuli rossi e alla permanenza della patologia.
Sintomi
In linea generale i sintomi del diabete mellito possono essere riassunti nelle 4 P, ovvero: perdita di peso, poliuria (aumento delle urine), polidipsia (aumento della sete) e polifagia (aumento della fame).
Nello specifico, la perdita di peso è correlata al fatto che l’animale non riesce a utilizzare gli zuccheri come fonte energetica e non vengono trasformati in grassi, quindi la glicemia sarà sempre alta anche a digiuno, quando dovrebbe essere bassa; l’organismo, perciò, reagisce distruggendo più grassi di quanto dovrebbe, causando dimagrimento.
La poliuria e la polidipsia sono sempre una conseguenza del continuo circolo nel sangue degli zuccheri che fanno lavorare molto di più i reni per cercare di smaltirli. Per fare ciò, i reni hanno bisogno di molta più acqua ed è questo il motivo per cui si avrà un aumento della sete (polidipsia), con conseguente bisogno di urinare di più (poliuria).
L’aumento della fame (polifagia) deriva da una mancanza di energia causata dalla non corretta assimilazione degli zuccheri e da un eccessivo consumo di grassi e proteine.
Un altro sintomo ricorrente negli animali diabetici (anche giovani) è la comparsa della cataratta. Questa è molto compatta, tanto che causa la cecità del paziente (vedi foto).
Esempio di cataratta in un cane diabetico
Diagnosi e cura
Se avete qualche sospetto, portate il cane dal veterinario. Per confermare la diagnosi di diabete mellito, oltre alla misurazione della glicemia e averla trovata alta, il medico farà delle opportune analisi del sangue per verificare se il livello delle fruttosamine è aumentato. In caso di diabete, queste proteine si legano al glucosio in modo irreversibile, ed è il segnale che la glicemia è rimasta alta per molto tempo (circa 2-3 settimane).
Dopo che la diagnosi è stata fatta e si è scongiurata la presenza di malattie concomitanti (come ad esempio il Cushing), ci sarà un rigido protocollo di cura e controllo che per la maggior parte include voi proprietari. Il diabete, almeno inizialmente, richiede varie “prove” e aggiustamenti nella terapia: è necessario calcolare bene la giusta dose di insulina da somministrare, che varia da paziente a paziente, da cane a gatto, ma soprattutto vanno cambiate le abitudini di alimentazione del vostro animale.
Non è sempre così semplice, poiché a volte possono esserci delle complicanze, ma dopo che il medico avrà trovato la giusta dose di insulina, verrà il momento dell’“educazione” del proprietario che, con un po’ di pratica, sarà un perfetto infermiere!
Innanzitutto il cambio di routine va fatto con l’alimentazione, prediligendo cibi medicati (Diabetic) che riducono l’aumento della glicemia nel sangue e l’animale dovrà nutrirsi di questo mangime per tutto il resto della vita. Il veterinario vi aiuterà nel dosaggio e vi dirà quante volte al giorno dargli da mangiare, poiché anche la frequenza dei pasti cambierà.
Dopodiché si procede con la somministrazione dell’insulina, per cercare di mantenere la glicemia in un range consono (anche se pur relativamente alto rispetto alla media); per esempio nel cane il valore dovrebbe mantenersi intorno ad un minimo di 90 mg/dl a un massimo di 250 mg/dl, anche se i normali valori glicemici in un cane sano vanno dai 60 mg/dl ai 130 mg/dl.
Quanto vive un animale diabetico?
In linea di massima, se non persistono altri tipi di patologie, tra cui alcune che possono dare complicanze nel diabete, un animale che segue correttamente un corretto regime alimentare e a cui vengono somministrate dosi ottimali di insulina può tranquillamente vivere gli stessi anni di un animale sano.
Tuttavia, questa aspettativa di vita può diminuire se sorgono più volte delle complicanze come ad esempio:
- L’ipoglicemia: se viene iniettata una dose eccessiva di insulina la conseguenza è un repentino calo di zuccheri che, se inferiore a 50 mg/dl, può far insorgere complicanze di tipo neurologico e convulsioni. Per rimediare a questo calo, si può somministrare un pasto supplementare e in casi gravi, miele o zucchero sul palato, possono aiutare a ripristinare i normali valori glicemici.
- Chetoacidosi: è la complicanza più frequente in cani e gatti diabetici. Si ha questa conseguenza se in concomitanza al diabete vengono riscontrati altri tipi di patologie, oppure se questo non è ben controllato. I soggetti in chetoacidosi si presentano in decubito laterale, molto abbattuti e ipotermici; se non presa in tempo, questa condizione può comportare la morte dell’animale. È necessario un ricovero immediato e se possibile in una struttura attiva 24h su 24.
La curva glicemica
Per tenere sotto controllo il giusto dosaggio dell’insulina nel paziente, periodicamente devono essere effettuate delle curve glicemiche.
In modo più preciso questo metodo di test viene fatto in clinica veterinaria in sede di day hospital, ma anche i proprietari, se pratici, possono effettuarlo.
La curva glicemica consiste nella misurazione della glicemia ogni 2 ore in un periodo di tempo di 12 ore e viene accompagnata dalla visita medica periodica (quindicinale o settimanale nelle prime fasi, per poi diventare mensile e trimestrale quando il valore del diabete è ottimale).
Da leggere: Come somministrare l’insulina ad un animale diabetico?